Preavviso di licenziamento

preavviso licenziamento

Il termine preavviso indica di per sé una comunicazione fornita in maniera anticipata.

Il preavviso di licenziamento in termini di legge, esso evita che l’interruzione improvvisa di un rapporto di lavoro possa danneggiare una delle due Parti e sta ad indicare il periodo che intercorre tra la comunicazione di voler interrompere il rapporto di lavoro e la cessazione effettiva dello stesso.

L’interruzione del rapporto di lavoro, sia in caso di dimissioni sia in caso di licenziamento, rispetta dei giorni di preavviso che vengono di norma stabiliti dal CCNL e variano a seconda del livello di inquadramento e dell’anzianità del lavoratore. 

Con quanti giorni bisogna dare il preavviso di licenziamento?

Salvo casi particolari (es. licenziamento per giusta causa), nei quali i giorni di preavviso non vengono osservati, generalmente il periodo di preavviso oscilla mediamente tra i 15 e i 60 giorni di calendario nel settore Commercio; tra i 30 e i 120 giorni nel settore Metalmeccanico; tra i 15 e i 120 giorni nel settore Trasporto merci e Logistica. 

I termini di disdetta decorrono dal giorno del ricevimento dell’atto di dimissioni o di licenziamento e il periodo di preavviso si calcola dal giorno successivo. 

La parte che interrompe il rapporto di lavoro senza osservare i predetti termini di preavviso deve corrispondere all’altra parte un’indennità pari all’importo della retribuzione per il periodo di mancato preavviso

Come giorni di preavviso si contano i giorni di calendario e non quelli effettivamente lavorati.

Quando non è obbligatorio rispettare i giorni di preavviso

Sebbene sia obbligatorio sia per il datore di lavoro che per il lavoratore, ci sono casi in cui quest’obbligo non è previsto, ovvero:

  • quando il rapporto di lavoro si conclude per giusta causa;
  • quando il rapporto si interrompe durante il periodo di prova
  • allo scadere di un contratto a tempo determinato;
  • in caso di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro.

Durante il periodo di preavviso si lavora o non si lavora?

Di norma, durante il preavviso il contratto di lavoro prosegue regolarmente e sia il lavoratore che il datore di lavoro conservano tutti gli obblighi e i diritti derivanti dal contratto di lavoro in essere. 

Ad esempio, il datore di lavoro continuerà a corrispondere la retribuzione e gli altri istituti contrattuali continueranno a maturare per tutta la durata del preavviso; il lavoratore, continuerà ad operare secondo diligenza e nel rispetto dell’orario di lavoro.

Quando invece, una delle due parti decide di interrompere il rapporto di lavoro senza rispettare il periodo di preavviso, essa è tenuta ad indennizzare l’altra parte (indennità sostitutiva del preavviso) secondo precise modalità.

Preavviso NON LAVORATO: obblighi per datore di lavoro e lavoratore.

  • Caso 1: Se a recedere senza preavviso è il datore di lavoro, costui deve corrispondere al lavoratore una indennità sostitutiva del preavviso che viene calcolata sulla base della retribuzione del lavoratore, e include anche eventuali provvigioni, premi di produzione, partecipazioni agli utili e tutto ciò che viene corrisposto in maniera continuativa (con esclusione dei rimborsi spese). Non si computano invece le ferie, dal momento che il dipendente non ha diritto a goderne in tale periodo (in quanto non vi è concreta prestazione lavorativa). Ciò accade nei casi di 
  1. morte del lavoratore (la si corrisponde agli eredi)
  2. dimissioni per giusta causa della lavoratrice madre o del padre lavoratore nei periodi protetti
  3. licenziamento senza preavviso per giustificato motivo OGGETTIVO
  • Caso 2: Se a recedere senza preavviso è il lavoratore, di norma l’azienda trattiene dai compensi maturati e ancora spettanti, l’importo dovuto a titolo di indennità sostitutiva del preavviso. 

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